A Natale tutti più buoni. Macchè. Proprio le festività natalizie sono divenute uno delle fonti più proficue del malaffare. Un business da più zeri, ingegnoso, ambizioso che sa esercitare un controllo capillare sul territorio. Una montagna di soldi che fa gola a molti. E se il racket delle luminarie e i relativi “contributi” estorti ai commercianti rappresenta la fetta più grossa di questo ciclo di affari malefico non mancano altre forme ugualmente redditizie di tale “economia canaglia”. Fenomeno in espansione è certamente quello delle lotterie fantasma e delle false raccolte fondi a scopo benefico, le famose riffe. Questi sorteggi taroccati servono il più delle volte a finanziare le famiglie dei clan, ad aiutare i detenuti e a rimpinguare gli stipendi degli affiliati e il fondo cassa delle organizzazioni criminali. Vendite che con la beneficenza non hanno nulla a che fare. Un rituale che si ripete da troppo tempo. Anche queste lotterie sono imposte ai commercianti che si vedono costretti a sborsare anche cifre considerevoli, sui 200-250 euro per ogni singolo blocchetto. Per i negozi più grandi, con un giro d’affari maggiore addirittura molte volte la vendita sotto minaccia dei blocchetti raggiunge cifre vertiginose, dai 5000 ai 20000 euro. In questo modo si mette in ginocchio l’economia e il la vendita al dettaglio di interi quartieri, sì perché molte volte gli stessi commercianti, per recuperare quella parte degli introiti destinata alla criminalità organizzata, cominciano ad innalzare i prezzi dei propri prodotti. Un gatto che si morde la coda, un morbo che si autoalimenta, a Natale più che mai. In alcuni comuni la situazione è divenuta di fatto intollerabile e la decisione del sindaco di Portici di vietare le luminarie si inserisce in tale scenario. Le minacce a scopo estorsivo rappresentano inoltre la cornice entro cui si consuma l’imposizione dei fuochi d’artificio del clan: i sodalizi criminali in molti quartieri “chiedono” ai dettaglianti di rifornirsi presso ditte per così dire non proprio limpide, che hanno legami diretti con gli affiliati. Dopo Natale si sa è la volta di Capodanno e inevitabilmente si parla di tali botti illegali, un’altra entrata considerevole nell’analisi di bilancio della camorra. Fuochi e petardi non a norma che alimentano un giro d’affari di milioni, un business incurante della sicurezza dei cittadini visto che gran parte di questi fuochi vietati sono insicuri o difettosi. Una preoccupazione di poco conto per i clan interessati soltanto a fare business, incuranti della santità della festa, incuranti di Napoli.
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