sabato 14 maggio 2011

Sexy bingo

Vendersi l’anima al diavolo. A suon di puntate. Un triste gioco di parole ma quanto mai veritiero se il riferimento è a diverse sale giochi e sale bingo del quartiere San Carlo all’Arena e dell’hinterland partenopeo (Mugnano e Melito), teatro di singolari episodi di degrado sociale e di precarietà non solo economica ma morale. Gioco e sesso, un binomio pericoloso, che trascina con sé intere famiglie distruggendole dall’interno e portandogli via tutto, soldi, immobili, dignità. Sì perché protagoniste di questa singolare vicenda sono moltissime casalinghe, le cosiddette “madri di famiglia”, che spinte da un’irrefrenabile malattia del gioco spendono in maniera cospicua interi stipendi davanti le macchinette da videopoker, nei bingo e nei macchinari di black jack posti nelle sale giochi. Spendono così tanto da indebitarsi con i proprietari di tali esercizi commerciali o con occasionali strozzini del gioco che prestano loro soldi. Indebitate a tal punto da dover ripagare i loro debiti con prestazioni sessuali, sesso di bassa lega consumato fugacemente nei bagni e nei magazzini di queste sale bingo; moltissime  le casalinghe che stanche della solita routine e sperando di poter arrotondare un po’ lo stipendio spendono migliaia di euro nelle sale bingo, un fiume di soldi che si trasforma in debiti di gioco non facilmente onorabili; e da lì la scelta di vendere il proprio corpo per evitare che la notizia trapeli all’esterno delle sale giochi. Una “pratica”  degradante che non è limitata ad alcuni casi sporadici ma che ha assunto negli ultimi tempi proporzioni enormi tant’è che molti sono coloro che giurano di aver assistito in prima persona a questa “vendita a buon mercato”. Come Antonio, assiduo giocatore che racconta ciò che ha visto. “Molte sono le casalinghe che frequentano le sale bingo. Ancora di più quelle che giocano moltissimi soldi davanti le macchinette perdendo tutto o quasi. La maggior parte di queste donne per ripagare i debiti così accumulati decide di concedersi nei bagni. Ho assistito personalmente ad una di queste scene. Molte donne si indebitano con persone che frequentano le sale giochi con il solo scopo di prestare soldi da farsi restituire “per natura”. Sono dei veri usurai che non chiedono soldi ma favori sessuali. E’ uno schifo che fa capire quanto possa essere forte la malattia del gioco”. Un morbo contagioso che si insinua in punta di piedi ma che, una volta conquistata la “vittima” di turno, non molla la presa. Per Napoli l’ennesimo scandalo sessuale, un altro sexy gate dopo la notizia trapelata nei giorni scorsi relativa alle prostitute e ai trans gender  che frequentano la zona della stazione centrale che, in spregio al buon senso e alla morale, consumano i loro rapporti all’aria aperta, sui cofani delle macchine parcheggiate o addirittura sui marciapiedi. Incuranti di tutto e tutti. Come le casalinghe protagoniste di questa singolare vicenda, all’apparenza irreprensibili madri, mogli, sorelle senza grilli per la testa. Donne che da malate del gioco si trasformano in vere e proprie schiave.

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